U' Cannitte' – Storia di un oggetto lucano

La storia del cannitte’

Cannittè: S. M. cannuccia che si infila nel fiasco o bottiglia per bere il vino a garganella.

Dal latino cannicius, fatto di canna (dizionario dialetto Rionerese au. Leo Vitale)

U’ Cannitte’ si colloca nella tradizione lucana, con il vantaggio (a detto popolare) di evitare malattie. Il che può essere vero, poiché nel bere non si doveva toccare il medesimo con la bocca. I primi cenni del cannittè li ritroviamo nell’era borbonica, nel VII secolo, sotto la sovranità di Carlo III, dove si narra di un cavaliere,De Bonis Orlando, che nel offrire da bere, immetteva questo pezzo di canna, tagliato a fischietto, nel foro della fiaschetta.
Fatto con pezzo di canna asciutta, materiale che abbondavano nelle campagne, venne prodotto per soccombere alla mancanza di bicchieri, ma soprattutto per non bere direttamente dal fiasco o bottiglia.
L’uso del cannitte’ lo si ricorda ancora nel capoluogo lucano (Potenza), con un raggio di 100 km, di uso comune nella parata dei turchi a Potenza, dove ancora oggi, si beve per strada.

Il sig. Nicola, (ottantenne), esperto nel’ intagliare il legno, mi racconta che fu suo padre ad elaborare u cannittè, da canna a legno.

Nell’eseguire il lavoro di preparazione di legna da ardere, gli capito tra le mani un pezzo di legno con un buco centrale.

Infatti, il legno di noce o di sambuco, presentano nella loro parte centrale il midollo, che, con l’invecchiamento, diventa farinoso e cosi facilmente gli insetti, o un pezzo di ferro bastano a bucare il buco centrale.

Il sambuco proprio per la presenza del midollo molto largo, non era indicato per u cannittè, ma venivano inseriti nei buchi che fungevano da sversatoi, nelle botti, o nei tini per la fermentazione dei mosti, ed erano detti “la cannedda”.

Il problema del pezzo di legno, lavorato per l’inserimento nella bottiglia, con il foro centrale, non consentiva però la fuoriuscita del vino, (ne esce una quantità minima e discontinua) era necessario far entrare aria nella bottiglia, fu cosi che s’intagliò la parte laterale del cannittè, ovvero la parte conica che viene inserita nella bottiglia o fiasco, al fine di consentire l’inserimento di una piccola cannuccia forata.   La cannuccia aveva il compito di introdurre aria nel contenitore, e consente l’uscita del vino. La cannuccia era fermata al cannittè tramite delle foglie di canna o mais, o semplicemente con della carta.

Le cannucce di solito, venivano ricavate dallo stelo dell’ avena selvatica, o dai rametti di canne di più anni.

cannitt

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